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Ieri sono stata al parco, quello al centro\ndella città, oasi di benessere che accoglie l’umanità più diversa. Anziani\nsenza più l’assillo del tempo che marca le giornate, madri a passeggio con i\nloro bambini, giovani intenti nelle attività sportive, impiegati in pausa\npranzo, coppie di innamorati, stranieri in visita.
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E poi \nio, naturalmente. Mi piace sedermi su una panchina, quasi sempre la\nstessa, posta in posizione strategica, e osservare il mondo che si muove, come\ndiretto da un regista che se ne sta in silenzio. È uno spettacolo gratuito a\ncui non rinuncerei per niente al mondo.
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Mi fermo a fantasticare sulle vite di coloro\nche mi passano davanti, beati nella loro inconsapevolezza. Immagino le loro\nstorie, le loro case, il dipanarsi delle loro esistenze. E in questo io\nfantasticare non c’è limite. Ogni ipotesi viene fatta passare perché rimane\nnella mia mente, senza che io sappia se sia giusta o no. Non è questo che\nimporta, del resto.
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Il cerchio della vita si compie davanti ai\nmiei occhi e concludo che la vita è veramente un romanzo che vale la pena di\nessere letto.