Sono tornata a casa da pochi giorni. Il soggiorno in ospedale è stato lungo, tanto da sembrarmi un’eternità. Rivedere le pareti domestiche è stato per me come una camomilla per l’anima.
È incredibile come possano sembrarci così belli i nostri cari e le nostre cose, tutto quello che avevamo dato per scontato fino a ieri. Capita sempre così, quando si ha una cosa costantemente sotto gli occhi si finisce per non vederla quasi più. Bisogna allontanarsene per poterla desiderare e apprezzare, riappropriandosene con forza.
La casa non è solo le quattro mura, ma tutto ciò che si è riunito negli anni: persone, cose, ricordi. Abbandonarsi al caldo abbraccio di tutto questo è una sensazione che fa bene al cuore, che rende più accettabile il post, quando ti senti stanco e privo di forze, e l’unica certezza ti è data dall’umanità che ti circonda.
Il rumore del caffè che sta salendo, così amato e tipico, l’odore che invade la casa, i bambini vocianti che corrono per le stanze, la radio accesa. Non c’è cosa più rassicurante della quotidianità, che restituisce senso alla vita e ci ricorda quanto contano i piccoli gesti e, soprattutto, l’affetto di chi ci vuole bene.