Ieri sono andato a trovare Michele, il mio collega ingegnere con il quale ho lavorato tanti anni nella prima azienda in cui ho prestato servizio. È una persona fattiva, concreta e molto dinamica. Quando possiamo, quando riusciamo a ritagliarci anche solo una mezz’ora di tempo, siamo felici di scambiare quattro chiacchiere.
Con lui ho sempre la sensazione di non dovermi mai sforzare per farmi capire: mi legge nel pensiero prima che lo abbia espresso. Capita veramente di rado di incontrare persone così e io sono felice di conoscerne più di una.
Mi è sempre piaciuto il suo modo di affrontare la vita: con coraggio e a testa alta. Del resto ciascuno di noi fa una scelta, seppure inconsapevole, dall’inizio: soccombere o lottare. Per avere ciò che desidera, per superare le avversità, per vivere al meglio giorno dopo giorno.
Credo che andrebbe insegnata nelle scuole questa capacità, se non ci è stata data in dono: gioverebbe a tutti. Imparare a vedere il lato positivo delle cose quando queste sembrano proprio non averne nessuno, a capire che da ogni errore s’impara qualcosa, ad accettare che la vita è una dinamica alternanza tra gioie e dolori, e che il bello è proprio questo. Capirlo subito ci risparmierebbe tempo e fatica.