La Scoperta - III Parte - LaCittaDelleVerbene

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La Scoperta - III Parte

Finalmente il dottore mi dice “Si rivesta” e io eseguo l’operazione meccanicamente, già come se fossi spettatrice dei miei gesti.  Poi mi dice, come a preludere a una chiacchierata più lunga e impegnativa del solito “Si accomodi”.  E quell’invito non mi sembrava affatto foriero di belle notizie.
Mi siedo e mi preparo all’ascolto, anche se la concentrazione non è ai massimi livelli.  Quando ti inizia a prendere la paura la mente si annebbia e sembra muoversi al rallentatore, come in differita durante i collegamenti satellitari.  Mi sforzo e presto attenzione alle sue parole.
“Signora”, esordisce “qui vedo una piccola macchia nera”.  E io, non lasciandogli nemmeno completare la frase “Di che si tratta? Niente di cattivo, vero? Devo operarmi?”.  Non riuscivo a fermarmi, ero un fiume in piena.  Le domande mi uscivano dalla bocca prima ancora che le potessi pensare.  
E lui continua “Signora, stia tranquilla”.  Ma io sono ormai partita per viaggi lontani e continuano a ronzarmi nel cervello domande a raffica “Perché mi dice che devo stare tranquilla? Se me lo dice allora c’è da preoccuparsi! E di cosa?”.  E lui, come se potesse leggermi nel pensiero, interrompe le mie elucubrazioni e mi dice “Signora, c’è bisogno di un piccolo intervento chirurgico”.  
Il “piccolo” non è servito a ridurre la mia angoscia, che ormai aveva sfrattato la semplice paura che avevo prima.  Il black-out era totale.  Riuscivo solo a ripetere, senza sosta, “interventochirurgicointerventochirurgicointerventochirurgico”.  
Saluto il dottore e mi avvio verso l’uscita.  Stavolta niente sorrisi nella stretta di mano, solo un mesto “arrivederci, mi faccia sapere”.


       
 
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