Quando ti viene data la vita non ti è dato di sapere quanto durerà. La vivi seguendo il corso della cose. Vai a scuola, prendi un diploma, magari la laurea, trovi un lavoro, o forse no.
Poi incontri il compagno o la compagna della tua vita e, se volete, insieme costruite una famiglia: figli, casa, progetti, avvenire.
Il tutto come se ci fosse un copione non scritto. E ciò che spesso accade è che mentre la vita scorre senza troppi scossoni, noi che ci siamo dentro, non abbiamo la cognizione di quanto siano belle e grandi le cose che possiamo fare OGNI SANTO GIORNO. Camminare, scrivere, leggere, guardare un bel tramonto, leccare un gelato, andare al cinema. Cose semplici, ma che diventano imprese quando anche un piccolo gesto ti viene impedito da lei, l’ospite che si è presentata senza invito: la malattia.
E allora la prospettiva cambia, il meccanismo s’inceppa, e tutti i nostri programmi, il “futuro” che ci sembrava lontano ed eterno, cambiano faccia. Il significato delle parole si trasforma. Il futuro è anche stasera, domani, la settimana prossima.
