Sono stata sempre una grande navigatrice, non di mari tempestosi, ma di Internet. Ci ho passato ore e ore a fare ricerche, a inabissarmi nelle profondità di un sapere sconfinato, nelle mie passioni: la cucina, l’inglese, la fotografia, i viaggi. E in questo mare magnum a volte mi ci sono persa, senza nemmeno ricordarmi più come e perché ero finita in un “luogo”. Lo chiamo così anche se il suo essere virtuale gli ruba materialità.
Da quando ho scoperto di avere la malattia le mie ricerche si sono estese. Ho iniziato a voler sapere e capire di più su cosa mi stava succedendo e cosa mi sarebbe successo, e ho trovato tante notizie utili. Sia ben chiaro, le ho attinte da fonti affidabili: non voglio leggere sciocchezze e affogare nell’errore.
Ho scoperto che c’è un mondo reale di uomini come me, che affrontano questa sfida a testa alta, senza piangersi addosso e mi sto scoprendo socievole, come non lo ero mai stato fin ad ora.
Ho conosciuto tante persone con cui avevamo almeno una cosa in comune e ho condiviso esperienze e racconti, senza bisogno di spiegare ogni cosa. Chi già vive la tua situazione non ha bisogno di troppi giri di parole. Ho trovato tante spalle su cui appoggiarmi, tanti cuori spalancati per rasserenare il mio.
Quando questa avventura sarà finita, spero presto, le amicizie che ho costruito rimarranno e saranno un regalo prezioso a cui non rinuncerò.
