Oggi ho la mia prima visita di controllo dopo l’intervento. Il cuore mi batte forte e provo insieme l’emozione e la paura di tutte le volte che sono andata a fare gli esami all’università. Quella sensazione che ti dice che hai fatto tutto quello che dovevi fare, ma che chi ti esaminerà sarà l’unico autorizzato a dare il verdetto finale. Ecco: mi sento così, come uno studente sotto esame. E di esame si tratta, uno per cui non occorre studiare, ma solo seguire una terapia, fare tutto quello che i medici ti dicono di fare, incrociare le dita e aspettare.
Mi preparo come per andare a un incontro importante: capelli in ordine, trucco curato e il vestito che mi sta meglio. Mi accompagna mio marito, che nei momenti importanti non mi lascia mai sola. Fa il disinvolto, ma so che sotto sotto ha più paura di me. E in più non può neanche dimostrarla: deve dare coraggio a me.
Andiamo a piedi, quattro passi all’aria aperta non potranno che farci bene. Il medico ci aspetta e cerchiamo di intuire l’esito dell’incontro da ogni particolare dei suoi gesti. Ci sorride caloroso come al solito e ci fa entrare. Nessun indizio ci viene incontro. Ci accomodiamo sperando di superare l’”esame” a pieni voti.
Il tempo si riempie in fretta e scorre veloce, e tutto ciò che deve essere fatto e detto trova spazio. Alla fine sono libera e felice: ho superato l’esame, almeno questo. Ora posso rilassarmi fino al prossimo.
Ma fino ad allora non voglio pensarci.
