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Quattro amici

Pubblicato da in Parliamone ·
Ieri ho spento le candeline: erano tredici. L’anno scorso non avrei mai immaginato di poterlo farlo in una stanza di ospedale, dove medici gentili me l’hanno permesso. Hanno capito che un ragazzino come me a quest’ora vorrebbe stare dappertutto ma non qua. Sto in un posto pieno di letti, ma non è un albergo, pieno di ragazzi, ma non è una scuola, pieno di corridoi, ma non è un museo, pieno di luci, ma non è una discoteca.
È un posto dove sto passando le mie giornate, con i miei nuovi compagni di stanza. Delle volte c’è la mia mamma, che non mi lascerebbe un attimo se fosse per lei. C’è il fratellino da badare, a casa, e deve dividersi tra noi due, insieme con papà, che pure lui deve dividersi tra casa, lavoro e ospedale.
Qui ho quattro nuovi amici, i miei “compagni d’avventura”. Che simpatici che sono! Qui siamo tutti uguali, tutti ci diamo la mano perché siamo malati dello stesso male. Non ci facciamo troppe domande: basta guardaci negli occhi per capirci. Siamo in un posto fatto per curare le persone e ci sono tanti medici, infermieri e persone che fanno cose utili. Però non siamo solo malati, ma anche ragazzini e vogliamo divertirci. Quindi, come a scuola, abbiamo iniziato a prendere in giro qualcuno: una volta le infermiere, una volte quello strano signore che lava i pavimenti, un altro il dottore alto e spilungone che sembra un lampione.
Quando lo vediamo arrivare sottovoce diciamo “Arriva il lampioneeee” e ci scappa da ridere.
Alla fine riusciamo sempre a farcele quattro risate e sapete che c’è? Non si sta poi tanto male, qua!


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